sabato 10 aprile 2010

La prima trama


E' un ricordo sfumato nel tempo...
Avevo circa 18 anni e trovai lavoro in una piccola fabbrica artigiana produttrice di ceramiche dipinte a mano e tessuti simili al "pezzotto veltellinese", con i quali venivano poi confezionati accessori per la casa e per la persona.
Iniziai col dipingere i servizi da thé...un vero fallimento, giorno dopo giorno mi rendevo conto di non essere davvero portata per quell'arte. A breve, il Direttore, colto da disperazione mi trasferì al reparto tessitura...il mio primo pensiero fu quello di essere finita "dalla padella alla brace"...come funzionavano quelle strane macchine in legno?
Mi venne mostrato come lavorare: pigiare in modo alterno sui due pedali e ad ogni "pedalata" passare una striscia di maglina di cotone tra i fili che si aprivano.
Iniziati a muovermi su quel telaio orizzontale...una passata di trama, poi un' altra e un'altra ancora...e le ore "volavano"!
Ricordo la soddisfazione nel creare il mio primo tappeto, una lunga passatoia, creata con strisce di maglina di scarto, dai colori cupi, con cimose irregolari che tradivano la mia mano inesperta...ma ai miei occhi quel tappeto era davvero bellissimo! Dopo aver tessuto circa 3 metri mi sentivo libera e felice, soddisfatta e ancor più incuriosita!
Volevo comprendere e osservavo le operaie specializzate mentre ordivano all'orditoio a muro e mentre slegavano la catena d'ordito sui subbi...affascinante!
Intanto io producevo e passavo trama dopo trama...e osservavo i movimenti del mio telaio...
Era difficile capire come si preparava il telaio e l'ordito, i tempi erano contratti dai ritmi di fabbrica e il capo non ti perdeva mai di vista, difficile anche parlare con le colleghe, gelose del loro sapere!
Per "stipendio" mi venne "regalato" il mio primo pezzo...la passatoia "bruttina" e dato che la produzione a fine mese era ormai stata raggiunta aggiunsero il premio: tanti cari auguri per il mio futuro (non fui licenziata solo perchè non fui mai assunta!!!).
Tornai a casa un po' delusa e misi la mia passatoia in cucina...
Ancora non lo sapevo, ma mai fui stipendiata con tanto valore: mi fu donata l'arte, la passione e l'ardore...mi donarono la serenità, la riflessione, l'istintualità, la capacità e il coraggio di mettermi in gioco e di abbandonarmi alle mie emozioni.
Il mio primo pezzo era davvero "bruttino" se guardato con obiettività, così, passato del tempo e diversi lavaggi, trovò riposo in un cassonetto della nettenza urbana...ahimé!
Passarono alcuni anni prima di riscoprire la tessitura (...ma questa è un'altra storia!) e rivivere quella passione, allora valutata con troppa leggerezza ed archiviata per dedicarmi ad altro... Come vorrei, oggi, riavere la mia passatoia fatta di scarti e dai colori tristi!!!

LA VITA DEVE ESSERE VISSUTA PER COMPRENDERNE IL SENSO...

UN GIORNO SPECIALE


Accade di tanto in tanto che la vita ti crei un progetto che tu avevi solo osato immaginare...i colori opachi d'incanto si illuminano e si animano di nuova vita.
Ieri sera è accaduto che il sorriso ha attraversato d'improvviso il mio volto e che il mio cuore ha iniziato a battere un ritmo nuovo e dimenticato.
Sono questi i momenti in cui sei felice di aver affrontato mille difficoltà e di aver versato lacrime amare alla ricerca di un perchè...in attesa di scoprire che tutto ciò aveva un senso!

giovedì 1 aprile 2010

Il mio "MANTRA"...


Tessitura è per me introspezione, è sospensione nel tempo e nello spazio, è ritrovarmi, pensarmi senza riflettere!
Vivo una vita frenetica: il lavoro, la famiglia, la casa, il mio ambiente sociale...tutto si agita attorno a me e sento spesso il desiderio di svincolarmi !!!
E'un bisogno intenso, un forte desiderio fisico e spirituale; mi siedo alla panca del mio telaio orizzontale, guardo il tessuto già creato, lo sfioro, lo sento, lo assimilo ed ecco la magia: la mia mente si svuota come d'incanto e svaniscono preoccupazioni, impegni, pensieri e tensioni. I miei muscoli e le mie articolazioni si sciolgono, le mie mani iniziano a muoversi con una leggerezza "diversa" e inizio a tessere...lascio che l'emozione dia il ritmo, lascio che la mia anima segua il mio sentire i movimenti ed i suoni della tessitura stessa...un ritmo che non è mai uguale, che non è mai lo stesso!
Il tessuto in creazione parla di me, del mio passato, delle mie speranze, del mio interiore, sia esso conosciuto o sconosciuto perfino a me stessa...lo si percepisce osservandolo e toccandolo, nelle sue battute irregolari, nelle sfumature dei colori, si sente nelle variazioni improvvise...non attendibili, nella varietà dei materiali utilizzati.
Mi perdo e mi sento ad ogni passata di trama, ad ogni pizzico ai fili d'ordito...mi abbandono e lascio che i movimenti ed i suoni della tessitura mi rapiscano per accompagnarmi in un altra dimensione...